delicatamente... lucia


Replying to PERCORSI DELLA MEMORIA - Silvia e Agostino

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  1. Posted 22/3/2014, 21:45

    Silvia ed Agostino
    Tanti anni fa, all’inizio del secolo scorso, quasi al tempo dei dinosauri, Silvia ed Agostino, i miei bisnonni, abitavano in un antico casale in pietra, su Monte Pilorci, a Suso. Era una famiglia extralarge: fratelli, cognati, nipoti, anziani. Una piccola comunità di pastori: erano originari di Carpineto Romano. Era una vita dura, senza elettricità, ne’ acqua corrente. Non avevano ricchezze materiali e vivevano di poco, barattando il formaggio che producevano, intrecciando cestini, lavandosi in casa, nei mastelli di legno, la sera leggendo favole ai piccoli e cantando canzoni in dialetto. Hanno avuto una vita dura ma lunga, unita. Negli anni cinquanta figli e nipoti, stanchi della vita pastorale, vendettero casale e terre stabilendosi a Roma. Ricordo i miei bisnonni vecchietti vecchietti, quando andavo a trovarli, la domenica, al quartiere Tuscolano, dove si erano stabiliti con la figlia più piccola, Irma. Erano affettuosi con tutti, sorridenti e silenziosi, puri. Si sono spenti vecchissimi, uno dopo l’altra, serenamente. Nonno Agostino, il giorno prima di tornare da Gesù, trovandosi in ospedale, morente, a letto, quasi cieco, ha sentito le mani di mio padre, che gli lavavano il viso e lo rasavano. Pur non riconoscendolo, gli ha preso la mano e gliel’ha baciata. Nonno Agostino e nonna Silvia amavano Roma, lui passeggiava col suo bastone per il Parco San Policarpo, comprava le rosette nel “pane e pasta” di Viale Spartaco, però l’estate tornavano a Suso, dove era rimasta a vivere la figlia Lidia, mia nonna. E fino a quando la salute glielo ha permesso, sono andati in pellegrinaggio alla Santissima Trinità, a Vallepietra, per cinquant’anni, per ringraziare Dio dei sei figli: tutti sani e buoni. La sera pregavano il rosario, tutti insieme. Pregavano la Santissima, San Carlo, San Lidano, Sant’Isidoro. I santi nostri, insomma.
    Io sono nata nel 1963 a Roma nel quartiere Prati, nella clinica Santa Famiglia. Ho vissuto a Roma per circa quarant’anni e mi sento romana, anche se ho sempre mantenuto i contatti con Suso, con i miei genitori ho viaggiato per la Pontina, l’Ardeatina, l’Appia… quasi tutte le settimane, da quando ero piccola. Da ormai dieci anni vivo e lavoro in Lepinia. A Roma sono andata a scuola, mi sono laureata, ho vissuto una vita cittadina, a pochi passi da San Pietro. Di Roma ho sempre amato il centro: la bellezza incomparabile dei muri sporchi dei vicoli, le piazze con le fontane del Bernini, i teatri e le chiese che la sera offrono, a turisti e a residenti, meravigliosi concerti e il conforto di ristorarsi su una panca di legno, dopo una giornata di cammino… e potrei continuare…
    Poi ho voluto dare una spinta verticale alla mia vita e mi sono trasferita. Ma è stato più un lancio col paracadute. Vivere Pontinia, dove lavoro come insegnante alla Scuola Don Milani, e la campagna di Ceriara di Sezze, dove mi sono stabilita, non è stato semplice: abitavo a pochi passi da San Pietro e all’improvviso, tra caprette e oliveti mi sono sentita persa! Per fortuna, la mia anima contadina si è risvegliata e ho cominciato a godere l’orto, gli animali domestici, il buio intorno, il silenzio notturno… Mi piacciono gli spazi che una casa in campagna può dare, la vita primaverile in giardino, tra le rose e un gattino nuovo. Mi piace la pergola d’uva sotto la quale mia figlia gioca sull’altalena. I meravigliosi carciofi immersi tra gli olivi. Per non parlare dei fichi settembrini. Appena arrivata mi sono sentita straniera, per questo ho fatto amicizia proprio con gli stranieri che vivono nel nostro territorio: tedeschi, inglesi, rumeni, qualche indiano… Tra loro mi sono sentita a mio agio, come tra naufraghi che si fanno forza per sopravvivere… ma pian piano ho conosciuto tante persone autoctone che mi hanno donato il sorriso e la loro amicizia: mamme, colleghe, commercianti gentili. Oggi, dopo dieci anni, mi sento quasi a casa. Vivo la vita di Pontinia, aspettando le tante serate musicali, culturali, teatrali organizzate dalle varie e appassionate associazioni pontine. E poi il mare è a due passi, così come basta alzare lo sguardo per ammirare la Semprevisa. Al supermercato incontro tante facce gioiose, conosciute! Dopo aver letto una poesia di Caproni ho riscoperto il mio passato, mi piacerebbe scriverlo per non perdere ricordi: ah, se fossi brava come Pennacchi!!!
    Lucia Fusco.

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