al vicolo del serpe
ogni poesia mia nasce da intuizioni... stati d'animo che si versano in parole
By lucia il 3 Nov. 2013 .
Al Vicolo del Serpe
Un dì lasciasti il Vicolo del Serpe,
o Nonna: ti saluto e ti rivedo
bella, pettinata, lo zinale bianco.
Delicata salivi per i tratturi,
su per Sezze e passando
salutavi col sorriso guappo
comari, cane, gatto, la Maga Circe.
Scarpe montanare, calze parigine,
sguardo di malizia sotto quelle rughe
fatte di guerra, di figli, di fatica.
Ora sei assente, fatta d’aria e polvere,
lieve vaghi tra gli alberi pizzuti,
dietro ogni stele a me ti nascondi.
Al Vicolo del Serpe sempre ti chiamo.
Ti chiamo invano , qui al cimitero:
cerco l’odore, una traccia, una risata,
le tue mani che lavoravano sempre.
Lo specchio ti tradisce e ti ritrovo,
e mi sorrido. Ti sorrido, o Nonna.
Per sempre. So di non averti perduta.
Sorrido dell’assurdità del presente,
dell’immane cattiveria degli umani,
dell’ignavia naturale, senza tempo,
dell’arroganza cieca dei potenti.
Al Vicolo del Serpe, nonna, io e te,
poi, resteremo insieme sempre.
Lo zinale spiccava bianco, pulito.
Al Vicolo del Serpe mi lasciasti, ti
vedo nuovamente bella, spettinata,
mentre il vento disperde la Tua Ombra.
Lucia Fusco.
Aprile 2009/2011
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