delicatamente... lucia

  1. PERCORSI DELLA MEMORIA - Santa e la famiglia egoista
    storia di Santa

    AvatarBy lucia il 22 Mar. 2014
     
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    SANTA E LA FAMIGLIA EGOISTA
    Quando eravamo ragazzine mia nonna Lidia dava “i comanno” e mandava a piedi alla “bottega” di Filomena me e mia cugina Paola, a comprare zucchero, sale, farina, quello che le mancava. Da Via Murolungo a Via Roccagorga a piedi, anche più volte al giorno, ogni volta che le serviva qualcosa.
    Noi, tipette dalla gamba svelta, eravamo ben felici di andare, di osservare il mondo intorno a noi e, passando salutavamo tutti i vicini sulla strada; qualcuno ci invitava ad entrare, ci offriva da bere, qualcun altro mandava frutti e saluti a Lidia… passavamo vicino a una casina pulita ed umile, con un fazzoletto di terra davanti, sempre pieno di fiori dentro barattoli arrugginiti di pomodoro. Nel povero giardino c’era quella che, a me ragazzina, sembrava una vecchIa. Al nostro passare saettava un sorriso timido, distoglieva subito gli occhi tristi, rispondeva al saluto senza mai parlare. Spesso si stava pettinando i lunghi capelli neri e li attorcigliava nella crocchia tipica delle nostre donne. Tornata a casa chiedevo a mia nonna chi fosse quella donna misteriosa, e perché non ci guardasse mai, perché fosse sempre così silenziosa e uggiosa. Mia nonna diceva: <<fì, chella è Santa, mò si mammoccia, non poi capì, capirai quanno sarai grossa, mò n’ ci penza’…>>
    Santa era una signora piccola, tondetta… abitava in una casupola a Suso, alla Crocetta. Aveva due figli, il marito era “rattoppino” cioè era ciabattino. I guadagni erano miseri e la fame tanta. Dal mese di maggio a ottobre, però, a casa di Santa la notte si mangiava… perché dalla mattina presto alla sera, ormai buio, Santa era occupata a tutto servizio in una famiglia benestante che andava a passare la villeggiatura in campagna. Non erano cattivi, erano allegri, contenti e sazi, indifferenti alla miseria intorno a loro. La mattina presto Santa lavava a mano i panni di una famiglia di otto persone, preparava la colazione, accudiva alla casa, preparava il pranzo, molto spesso accendendo il forno a legna, per preparare pane, pizza, arrosti, patate, pasta al forno, in abbondanza. Dopo mangiato, mentre i signori riposavano, Santa rigovernava la cucina e preparava un fagotto con i cibi avanzati. Quello era il suo compenso: pranzo e cena per se’ e la sua famiglia. Più tardi lavorava in giardino e nell’orto, stirava i panni del bucato, rigovernava di nuovo le stanze e preparava per la cena.
    Apparecchiata la tavola per la cena, la povera donna avrebbe voluto tornare a casa per riposare, accudire i suoi bambini, la famiglia, e mangiare con loro in un orario “cristiano”, ma la famiglia egoista la tratteneva fino a buio inoltrato con la scusa di ultime faccende domestiche. Così Santa tornava a casa tardissimo, e insieme al marito e ai bambini mangiava ormai “ a notte”.
    Il salario della domestica quindi erano i cibi avanzati, che i signori non avevano consumato. Santa si considerava comunque fortunata perché altri non avevano niente. La vita è stata dura con lei: suo marito è morto all’improvviso lasciandola sola con due bambini piccoli da crescere; ha continuato ad affrontare la vita, umilmente lavorando, e quando non c’era lavoro faceva l’erba pazza nel prato. Mia nonna Lidia aveva la mucca e vendeva il latte: quando i bambini di Santa andavano a giocare vicino a casa sua, di nascosto ai suoi familiari e soprattutto alla suocera Filomena che avrebbero potuto rimproverarla, faceva bere loro un bicchiere di latte, perché aveva pena di quegli orfani, sempre affamati, e dava loro una patata che nascondevano sotto la maglia. Mia mamma aveva sei anni e si meravigliava: <<mà, che ci fao co na patata sola?>>, <<zitta, Pierì, ‘n ti fa atticchià, Santa la mette alla menestra e ci dà sapore…>>.
    Oggi quei bambini sono uomini anziani, hanno una famiglia e non so se abbiano piacere a ricordare il passato. Per questo ho cambiato il nome di questa eroina umile e coraggiosa… Santa vive ancora nella sua casina… sola, vecchissima, coraggiosa, mi dicono con una pensione di 450 euro al mese. La famiglia dei ricchi egoisti è finita piuttosto malamente. Si sono allontanati tra loro e vivono distanti, il benessere senza giustizia ha dato loro una vita senza spinte verticali, la casa della villeggiatura è stata abbandonata, deserta come i loro cuori quando non permettevano a Santa di tornare a casa dopo una giornata di lavoro gratis, come le tasche di Santa che lavorava senza compenso, e riceveva un’elemosina in cambio delle sue fatiche. Santa ha accettato questa violenza per sfamare se’ e i suoi bambini, per estemo bisogno. Quel mondo è ormai risolto, molte di quelle persone riposano per sempre, ma l’eco di quelle vite rimbomba forte in me e mi spinge a scrivere e a raccontarvi le loro povere storie…
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